Artrosi

 L’artrosi è una condizione molto comune, soprattutto nelle donne dopo la menopausa, dovuta alla degenerazione progressiva della cartilagine delle articolazioni delle dita delle mani. Basti pensare che più del dieci per cento delle visite svolte dai medici di famiglia è dedicato proprio a questa condizione. L’artrosi della mano interessa circa due persone su dieci, con una predilezione particolare per le donne e gli anziani. Colpisce soprattutto le articolazioni interfalangee distali e in misura minore le interfalangee prossimali e l’articolazione trapezio-metacarpale del pollice (rizoartrosi).

Anatomia 

Il dito è composto da diverse strutture tra cui troviamo: ossa, tendini, legamenti…tra queste vi sono delle strutture chiamate articolazioni. Queste strutture sono necessarie al movimento delle dita tramite l’attivazione muscolare.

La struttura scheletrica che compone la mano è costuita da 27 ossa

  • le ossa carpali (od ossa del carpo), 

  • le ossa metacarpali

  • le falangi

A garantire mobilità e stabilità alle ossa della mano sono presente le articolazioni le quali nel corso del tempo possono andare incontro ad artrosi.

Sintomatologia

I sintomi più comuni dell’artrosi alle mani che i pazienti riportano sono una rigidità alle articolazioni più distali come ad esempio quella delle dita.

Un dolore penetrante e generalizzato, a volte più intenso al mattino subito dopo il risveglio.

Gonfiore presente durante tutto l’arco della giornata.

Una riduzione del movimento delle articolazioni colpite.

In alcuni casi, quando è presente una marcata artrosi, possono presentarsi delle piccole ecrescenze ossee chiamati noduli di Heberden o di Bouchard a seconda dell’articolazione colpita.

Fattori di Rischio

 I fattori di rischio dell’artrosi alle mani sono differenti.

I più comuni sono l’età avanzata, appartenenza al sesso femminile, l’obesità, particolari attività lavorative di tipo manuale e una forte parentela con soggetti a rischio.

Essendo l’artosi una degenerazione della cartilagine articolare essa comporta un assottigliamento progressivo dello strato cartilagineo.

Di conseguenza questa progressiva riduzione dello spazio articolare porterà uno sfregamento delle ossa prese in esame che troverà il suo culmine in un infiammazione dell’articolazione.

Diagnosi

Un’attenta anamnesi eseguita da un professionista del settore (ortopedico specializzato o terapista della mano) è quasi sempre sufficiente a diagnosticare la patologia.

Per avere una certezza maggiore o semplicemente il grado di severità dell’artrosi si può ricorrere a dei test diagnostici come i raggi X.

 

Trattamento Conservativo

Il trattamento conservativo è indirizzato a chiunque soffra di artrosi. È possibile realizzare un tutore da indossare la notte per far riposare in modo corretto le articolazioni della mano.

A seconda della situazione viene introdotto l’utilizzo di farmaci o creme antinfiammatorie le quali aiutano a sfiammare la zona interessata.

Inoltre vengono eseguite manovre manuali di decoaptazione dell’articolazioni interessate per riossigenare la zona dolorante.

Possono essere eseguite delle massoterapie al fine di allentare le tensioni muscolari che si instaurano e che rendono la mano rigida.

Le infiltrazioni a base di corticosteroidi sono terapie che non vengono utilizzate molto spesso in quanto lo spazio a disposizione per l’infiltrazione è ridotto.

Nei casi in cui i trattamenti appena indicati non siano risultati efficaci potrebbe essere necessario un intervento chirurgico.

Trattamento Chirurgico

Il trattamento chirurgico è la cura definitiva.

Come nella artrosi del primo dito (la Rizoartrosi) viene eseguito un intervento in cui l’articolazione, ormai compromessa dall’artrosi, si sostituisce con un “artroplastica in sospensione”.

Questa tipologia di intervento viene consigliato ai pazienti agli stadi finali di artrosi del primo dito.

Per quanto riguarda i pazienti con artrosi alle mani la chirurgia è consigliata sono nel momento in cui un articolazione va incontro a un artrodesi (calcificazione) dolorante che non consente l’utilizzo delle mani da parte del paziente.