Frattura Metacarpo
Le fratture del metacarpo sono tra le più frequenti in clinica e riguarda soprattutto sportivi e fighters professionisti. Sono fratture dovute da un contatto diretto con oggetti o per cadute di oggetti stessi sulla mano.
I metacarpi più colpiti sono quelli del 4° e del 5° dito trovandosi all’estremità della mano.
Esistono casi in cui è la base del metacarpo del pollice a subire una frattura e viene denominata frattura di Bennet.
Può essere considerata una delle fratture più gravi poiché se non trattata diligentemente può evolvere in una grave degenerazione artrosica dell’articolazione trapezio-metacarpale, articolazione principalmente coinvolta nel movimento del primo dito.
Anatomia
Il dito è composto da diverse strutture tra cui troviamo: ossa, tendini, legamenti…tra queste vi sono delle strutture chiamate articolazioni. Queste strutture sono necessarie al movimento delle dita tramite l’attivazione muscolare.
La struttura scheletrica che compone la mano è costituita da 27 ossa
· le ossa carpali (od ossa del carpo)
· le ossa metacarpali
· le falangi
Sintomatologia
I segni ed i sintomi più comuni di una frattura delle ossa della mano e più precisamente dei metacarpi sono:
Gonfiore
Ecchimosi
Tensione o dolore
Deformità
Incapacità di muovere il dito
Accorciamento
Il dito fratturato inoltre tenderà a deviare sul dito vicino durante la flessione delle dita. Questo fenomeno si chiama over lapping.
Fattori di Rischio
I fattori di rischio di una frattura metacarpale sono differenti.
L’età media può variare dai 20 ai 50 anni e vengono spessi associati a sporti di contatto o ad incidenti traumatici come ad esempio cadute in moto o impatti violenti di natura differente.
La più comune è detta “frattura del pugile” poiché coinvolge la testa del 5° metacarpo, ovvero del mignolo. Viene denominata appunto del pugile data la natura del trauma, ossia un pugno dato con forza.
Per essere certi e sicuri sul tipo di trattamento da eseguire è indicata un RX con proiezioni antero-posteriore, laterale, ed obliqua sono buone per fare diagnosi in quanto può evidenziare al meglio il tipo di frattura se composta, scomposta, spiroidale…
In questo modo il terapista e il chirurgo riusciranno ad individuare la migliore soluzione per una rapida guarigione.
Trattamento Conservativo
Il trattamento conservativo è indicato nel momento in cui la frattura è di tipo composta e se il chirurgo non ritiene necessario l’intervento.
Effettuata un’indagine diagnostica ed evidenziata la frattura composta del corpo della testa o della base del metacarpo si impronterà un trattamento conservativo il quale prevede il confezionamento di un tutore su misura.
La posologia varierà a seconda del paziente ma i giorni di prognosi variano dai 20 ai 40 in base alla gravità della frattura.
Terminato il periodo di immobilizzazione si procederà con una fisioterapia che prevede una mobilizzazionecauta per il rilascio muscolare e il recupero articolare fino ad arrivare ad una fisioterapia mirata ad un rinforzo e ad una stabilizzazione delle articolazioni coinvolte.
Trattamento Chirurgico
Il trattamento chirurgico è indicato nel momento in cui la frattura si presenta instabile e scomposta.
Esistono diverse tecniche chirurgiche utilizzate per questo tipo di fratture.
Le più comuni sono i fili di kirschner, placca e viti o il cerchiaggio.
Il paziente viene immobilizzato per 2 o 3 settimane e successivamente rimosso il gesso o il tutore, una volta controllato l’edema è possibile iniziare la fisioterapia.
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